I 5 Libri più attesi per l’autunno

Con l’arrivo della stagione autunnale non c’è niente di meglio di un buon libro e una bella tazza di tisana o cioccolata calda, casomai accompagnata da dei gustosi biscotti alle mele e cannella.

Da avida lettrice, mi sono messa sulle tracce dei 5 #Libri più attesi per l’autunno, ossia di tutti quei titoli in uscita di cui si è fatto un gran parlare per mesi e che a breve saranno sugli scaffali delle librerie.

Novembre 2020 è un mese ricco di novità per il mondo dei libri. Tra i numerosi titoli in arrivo ci sono anche uscite attese da tempo come L’Ickabog di J.K. Rowling. Se sei alla ricerca di nuove letture per trascorrere il tuo autunno in compagnia di storie eccezionali, ecco le uscite che non puoi farti scappare!

Da domani 2 novembre è in uscita


• “Cambieremo prima dell’alba “ di Clara Sanchez, edito da Garzanti.

L’Ickabog di J.K. Rowling
In uscita il 10 novembre il nuovo, attesissimo libro della Rowling, autrice della saga di Harry Potter 😍🍁🍁

A caccia del Diavolo. Vol. 4 di Kerri Maniscalco edito Mondadori – il 10
Novembre.

• Sword & Sorcery, L’epopea di Fafhrd e del Gray Mouser di Fritz Leiber (10 novembre)

L’uomo dello specchio di Lars Kepler (12 novembre) edito Longanesi.

Adesso andiamo con le trame.

Cambieremo prima dell’Alba di Chiara Sanchez

Il romanzo segue le vicende di Sonia che, dopo aver sognato diverse volte di essere un’altra persona, si trova a occuparsi della giovane Amina e viene catapultato in un mondo completamente diverso da quello che conosceva, fatto di desideri esauditi e sfarzo. Quando Amina le propone di scambiarsi i ruoli per ventiquattro ore, data la loro incredibile somiglianza, Sonia accetta, ma la fuga della ragazza crea enormi problemi a quest’ultima che si trova a fare di tutto per tentare di ritrovarla e riprendersi così la sua identità. Nel farlo, in una rete di ricatti e bugie, Sonia si rende conto che Amina, che le sembrava così diversa dal suo mondo, le somiglia più di quanto avesse immaginato.

L’Ickabog di J.K. Rowling

The Ickabog, edito da Salani, adatto dai 6 anni in su, è ambientato nel regno di Cornucopia, famosa per i suoi formaggi, i suoi vini, i dolci e le salsicce. Il regno è governato da un Re benevolo che trascorre il suo tempo tra banchetti e battute di caccia, sempre in compagnia dei suoi due fidati lord. Apparentemente tutto sembra essere perfetto, ma quando una vecchia leggenda per spaventare i bambini si trasforma in realtà, due giovani amici si trovano a dover affrontare un’avventura incredibile per rivelare il nascondiglio del vero mostro.

A caccia del Diavolo. Vol. 4 di Kerri Maniscalco

Il romanzo, segue le vicende di Audrey Rose Wadsworth e Thomas Cresswell arrivati in una città di Chicago che, proprio come la loro amata Londra, cela terribili segreti. Quando Audrey e Thomas vanno alla fiera mondiale, scoprono che l’evento è minacciato dalle denunce di omicidi rimasti irrisolti e persone scomparse nel nulla. I due, così, cominciano a indagare sul mistero, scoprendo ben presto chi si nasconde dietro quei terribili crimini. Ma se conoscere la sua identità è stato semplice, catturarlo non lo è altrettanto.

Sword & Sorcery, L’epopea di Fafhrd e del Gray Mouser”di Fritz Leiber.

Il libro racconta le vicende di un barbaro del Nord di nome Fafhrd e del suo inseparabile compagno, il Gray Mouser, che vivono insieme mille avventure nel mondo di Nehwon tra bevute, feste, corteggiamenti, risse e tanto altro, come un modello degli eroi dei romanzi successivi. I due sono protagonisti di tanti racconti, che nel corso degli anni hanno ispirato un numero infinito di adattamenti, tutti raccolti in questo volume edito da Mondadori.

L’uomo dello specchio di Lars Kepler

Il romanzo segue le vicende del commissario Jooana Linna, al lavoro su un caso di omicidio avvenuto in un quartiere residenziale di Stoccolma. La ragazza trovata morta, sulla scena di un crimine che sembra essere un’esecuzione in piena regola, era scomparsa ben cinque anni prima, senza lasciare alcuna traccia. Per riuscire a trovare il colpevole, convinta che qualcuno debba necessariamente aver visto quanto accaduto e abbia solo bisogno di essere aiutato a ricordare, Joanna infrange per l’ennesima volta le regole della polizia, cosciente del fatto che l’unica persona che può aiutarla è l’Ipnotista, un professionista che in passato è già riuscito a portare a galla la verità.

A un metro da te di Rachael Lippincott.


Titolo: A un metro da te
Autore: Rachael Lippincott 
Editore: Mondadori
Genere: Young Adult
Data di uscita: 5 Marzo 2019

“Come puoi amare qualcuno che non puoi nemmeno sfiorare.”

Buongiorno lettori e amici, eccoci con una nuovissima recensione. Finalmente l’aggiornamento dal blog è arrivato. Mi raccomando seguite sempre l’hastag su Instagram #lina_lettureconsigliate così scoprirete tutti i miei consigli di lettura e le recensioni di cui tratterò. Oggi vi parlo di un libro che consiglio di leggere e che per me vale il massimo delle stelline.

Trama

A Stella piace avere il controllo su tutto, il che è piuttosto ironico, visto che da quando è bambina, è costretta a entrare e uscire dall’ospedale per colpa dei suoi polmoni totalmente fuori controllo. Lei però è determinata a tenere testa alla sua malattia, il che significa stare rigorosamente alla larga da chiunque o qualunque cosa possa passarle un’infezione e vanificare così la possibilità di un trapianto di polmoni. Una sola regola tra lei e il mondo: mantenere la “distanza di sicurezza”. Nessuna eccezione.

L’unica cosa che Will vorrebbe poter controllare è la possibilità di uscire una volta per tutte dalla gabbia in cui è costretto praticamente da sempre. Non potrebbe essere meno interessato a curarsi o a provare la più recente e innovativa terapia sperimentale. L’importante, per lui, è che presto compirà diciotto anni e a quel punto nessuno potrà più impedirgli di voltare le spalle a quella vita vuota e non vissuta, un viaggio estenuante da una città all’altra, da un ospedale all’altro, e di andare finalmente a conoscerelo, il mondo.

Will è esattamente tutto ciò da cui Stella dovrebbe stare alla larga. Se solo lui le si avvicinasse troppo, infatti, lei protrebbe veder sfumare la possibilità di ricevere dei polmoni nuovi. Anzi, potrebbero rischiare la vita entrambi. L’unica soluzione per non correre rischi sarebbe rispettare la regola e stare lontani, troppo lontani, uno dall’altra. Però, più imparano a conoscersi, più quella “distanza di sicurezza” inizia ad assomigliare a “una punizione” , che nessuno dei due si è meritato. Dopo tutto, che cosa mai potrebbe accadere se, per una volta, fossero loro a rubare qualcosa alla malattia, anche solo un po’ dello spazio che questa ha sottratto alle loro vite? Sarebbe davvero così pericoloso fare un passo l’uno verso l’altra se questo significasse impedire ai loro cuori di spezzarsi?

Recensione e critica

Il tema della malattia è una tematica molto delicata, perché ivi si affrontano i momenti più difficili e tristi della propria esistenza come l’accettazione di sé stessi in quella condizione e la realtà che si è costretti a vivere.

E’ un momento profondo che spinge verso la consapevolezza di una verità che non si può escludere. Tuttavia, anche il momento più tragico, talvolta può trasformarsi in qualcosa di bello o persino perfetto. Tutto ciò che vale resta chiuso in un’istante di felicità vissuto nella medesima tragicità dei due personaggi del romanzo.

Stella ha il volto della solarità, è una ragazza forte e decisa. E’ nata in una famiglia piena di amore, sua sorella la venera e sarebbe disposta a tutto per lei.
Purtroppo però il destino pare essersi accanito contro la felicità della ragazza, non rendendole la vita facile, poiché fin da piccola l’ha costretta ad affrontare il rischio di non poter sopravvivere.

Stella è affetta da fibrosi cistica e questa malattia condiziona la sua vita da più di dieci anni, da quando ne aveva solamente sei. Andare in ospedale e provare nuove sperimentazioni ormai è la sua routine; respirare è difficile e le porta via gran parte delle forze, ma per Stella la lotta è un dovere verso se stessa, in quanto il suo obiettivo è restare in vita, non solo per lei, ma anche per la sua famiglia.

I suoi genitori non riescono a gestire tutto questo e i rapporti tra madre e padre si incrinano fino a spezzarsi, decidendo di divorziare. Stella sa che se dovesse morire, per loro sarebbe davvero la fine. Per questo inizia ad avere tutto sotto controllo, precisa come da protocollo, segue pedissequamente la sua terapia farmacologica, rispettando tabelle e orari. Segue scrupolosamente tutte le indicazioni dei medici tanto da aver creato addirittura un app che l’aiuti in questo percorso. 

 La sua vita da diciassettenne è ben lontana da quella dei suoi coetanei, nonostante sia costantemente amata da tutti, tanto da farsi anche degli amici speciali in ospedale: Poe è uno di loro, ma che non può toccare o abbracciare, perché questa resta una regola fondamentale: nessun contatto.

Stella si rassegna, sa che la sua condizione è quella di vivere una vita a metà, fino a quando, improvvisamente, nei suoi giorni e nel suo cuore entra Will e tutto quello che pensava fosse giusto, viene messo completamente in discussione.

Will è un ragazzo di diciassette anni tremendamente stanco di lottare per una vita che pare non voglia dargli davvero alcuna possibilità.
L’unica persona che ha accanto, nonostante abbia degli amici, è sua madre, la quale continua ad obbligarlo a seguire nuove sperimentazioni, nella speranza che una di queste possa salvargli la vita. Will però desidera con fervida attesa il compimento dei suoi diciotto anni e così poter essere libero di prendere le decisioni che lo riguardano: è intenzionato ad abbandonare le cure perché sente che queste non sono in grado di guarirlo, ma che al contrario lo costringono a vivere una vita a metà.

Quando incontra per caso Stella in ospedale, Will è subito catturato dalla ragazza, dalla sua voglia di lottare che in qualche modo condiziona anche lui: Stella infatti non riesce a comprendere, perché Will non prenda tutte le medicine che deve e per cui ha perso quel minimo di stabilità che aveva recuperato, così la ragazza lo incita a seguire la cura, non solo per lui stesso, ma soprattutto per la sua stessa sanità mentale. Will accetta il consiglio di Stella, ed entra nel mondo della ragazza di cui si sta innamorando, un mondo dal quale Will non vorrà più uscirne. Ma la sola vicinanza di Will mette Stella in pericolo e, nonostante la fibrosi cistica si sia già presa tanto, vale davvero la pena rischiare per amore?

Un romanzo che già dal titolo pare presagire una lettura drammatica, struggente che ha bisogno di tutte le armi per sopravvivere al coinvolgimento del turbine di emozione provati dai due personaggi. nonostante ogni pagina di ” A un metro da te” sia un climax di sofferenza travolgente, è una lettura che si legge in pochissimo tempo, composta solo da 240 pagine, ma che tocca il cuore e lascia in qualche modo qualcosa dentro di noi.

L’autrice ha iniziato a scrivere questa storia presentandola esclusivamente come sceneggiatura, solo successivamente ha deciso di trasporla in romanzo. Il taglio cinematografico pare essere ben evidente nello stile con cui è narrata la storia in prosa, e per quanto personalmente io possa apprezzare la scelta di questo taglio, l’opera della Lippincott si presenta con una carenza descrittiva di pathos di cui la pellicola invece non manca, grazie all’interpretazione del personaggio. questa seppur minima carenza, tuttavia non limita la forza della storia che è capace di toccare l’animo del lettore.

In tutte le pagine si avverte la presenza di un amore dolce, romantico, totale, un affetto generale che coinvolge chiunque, anche gli amici, i familiari e gli stessi dipendenti dell’ospedale. Una dolcezza e un affetto che rapirà anche voi, e di questo sono certamente sicura.

E’ un libro che vi lascia qualcosa dentro su cui riflettere, un emozione potente scandita dal tempo, dal senso di relatività della nostra esistenza. l’insegnamento dei valori, del coraggio nell’affrontare gli ostacoli con la speranza e il sorriso, l’accettazione di un destino che inevitabilmente presto o tardi, arriva per tutti.

Se vi piace l’articolo, vi prego di iscrivervi al blog e lasciare un vostro commento. Grazie di cuore a tutti.

5 tecniche per mettere il blush

Una chicca per le nostre donne lettrici di #menssana_incorporesano🌸

Vi presento il bellissimo blush di Yves rocher nella sua tinta autunnale.
Una polvere fine, ultra delicata, arricchita di Olio di Rosa Mosqueta delicatamente profumata.

L’ho testato e posso assicurarti che l’ho amato da subito, soprattutto per la sua profumazione.

Vuoi conoscere quanti e quali sono i modi per applicare il blush? te lo spiego di seguito. 😉

5 tecniche per mettere il blush

Il blush è ciò che una volta chiamavamo fard, ma la sua funzionalità resta sempre la stessa: sono polveri che variano dal rosa pallido al fucsia, fino al pesca e i peach gold, nelle loro più innovative tinte capaci di togliere dal viso le cere più scure, regalando un colorito salutare e luminoso.

Proprio come fanno le diverse tinte fard vegetali proposti da Yves Rocher

Pensare però che esista un solo modo di usare il blush, è qualcosa di sbagliato.

 Il sito Allure con l’aiuto di alcuni make-up artist professionisti ha identificato almeno 5 diverse tecniche in cui può essere applicato il blush.

1. A effetto pomello: per la maggior parte dei professionisti del trucco, questo è il metodo classico e più comune per applicare il blush. La sua popolarità deriva dal fatto che è capace di offrire un effetto ultra naturale – come se fossi appena tornato da una corsa leggera – è molto semplice da fare.

“Puoi creare un bagliore sano e dall’aspetto naturale facendo roteare una piccola quantità di colore sulle mele delle guance e lucidandola con movimenti circolari”, afferma la truccatrice di New York City Elisa Flowers, che aggiunge che questa tecnica onnipresente entrambi allargano e illuminano il viso. Un altro suggerimento utile di Flowers è posizionare la formula a due dita dal naso e due dita dalla parte inferiore dell’occhio. “Questo gli impedisce di sembrare sbilanciato”, spiega.

Il suo colore preferito da usare per questo approccio tradizionale? Un rosa fresco, rosato, come Benetint di Benefit, che secondo lei si fonde magnificamente con la pelle per la finitura più perfetta.

2. Tutt’uno con l’ombretto: l’esempio più bello di questa applicazione anni ’70 l’ha dato Rihanna al Met Gala 2017. Per l’occasione la popstar ha esteso il suo blush rosa acceso fino alla tempie e alle palpebre, facendolo diventare un tutt’uno con l’ombretto e il trucco occhi.

3. A effetto sunkissed: il look post-abbronzatura – letteralmente, baciato dal sole – non si replica solo con la terra. Ce lo hanno insegnato i selfie di Emily Ratajkowski, ma anche le passerelle 2019 di Etro e Fendi. In questo caso, il blush va diffuso e miscelato con un bronzer o un illuminante e applicato dove colpirebbero gli occhiali da sole, quindi su guance e naso.

4. Come contouring, per scolpire gli zigomi: il blush può essere un’ottima alternativa alle polveri per il contouring. Applicandolo con piccoli cerchi del pennello sugli zigomi e appena sopra, dove di solito si mette l’illuminante, il risultato sarà infatti quello di scolpire gli zigomi. Vedere (nella gallery in alto) il contouring rosa di Vanessa Hudgens per credere.

5. A effetto scottatura: diverso dal sunkissed, questo modo di applicare il blush replica un arrossamento molto intenso, come quello che crea il freddo o una scottatura solare. In questo caso il blush va posizionato sulle guance, sotto gli occhi, e per renderlo più realistico il tocco finale con il pennello va fatto sul naso

Che cosa mi metto?

Manie femminili!!!
@carolinaleeos su Instagram

Non so cosa mettermi!

In quante vi ponete questa domanda? Lo so, sarete sicuramente in tante… Il motivo per cui lo so è perché noi donne abbiamo le nostre piccole ossessioni e l’armadio al 90% è una fra queste.

Per quanto possiamo essere donne tanto diverse tra noi, in realtá siamo cosi tanto simili in materia di ossessioni.

Le manie sono un comune deniminatore che, se da una parte riflette le debolezze dell’universo femminile, dall’altra rappresenta anche la sua forza. O quantomeno la sua simpatia.

Siamo buffe lo sapete? Se ci guardassimo dall’esterno in quei momenti, ci accorgeremmo delle nostre peggiori peculiarità!

Cavoli se ne perdiamo di energia la mattina, solo per scegliere cosa indossare! Anche se negli ultimi tempi il nostro capo prediletto è diventato il pigiama, o la tuta da casa, personalmente, in giorni un po’ particolari mi succede di prediligere quasi sempre gli stessi capi, e piu spesso indossare ció che capita! Una questione di mood, probabilmente!

Certo è che è difficile essere donna e non essersi mai ritrovata con la camera da letto invasa dai vestiti al punto da sembrare il reparto abbigliamento di un grande magazzino e pensare con ferrea determinazione: “Non ho niente da mettermi!”. Ma è davanti allo specchio (purtroppo) che si scatenano gli assilli più paranoici: il sedere troppo grande o troppo piccolo, la cellulite e in generale la forma del proprio corpo. Ecco cosa scatta nella mente: “devo mettermi subito a dieta” anche se in quei casi mi prendo davvero poco sul serio, perché già so che uscita da quella porta, il mio stomaco avrà voglia di dolci!! aria sognante 🥰

[interruzione]


CAROLINA non puoi mandare segnali sbagliati sul web, è vero che sei una scrittrice che racconta la vita, ma sei anche una consulente di immagine e una donna manager che sa cosa vuole!!! Ricordalo!!! Uno stile di vita sano ed equilibrato! Sii determinata!!!

[ripresa]

Eccola li! La vocina della mia coscienza che mi ricorda delle mie responsabilità, ma è anche vero che sono anche io una donna con le sue paranoie! Imparare a gestirle è il mio lavoro!

E tu che donna sei? Da Armadio deciso e selezionato o a caso da scelta nevrastènica? 👇🏻👇🏻

Il mio amore per Yves Rocher e la Natura

Ciao a tutti gli amici e ai lettori del mio blog Journal, questa volta mi rivolgo ai lettori della rubrica “Mens sana in corpore sano”.

Sono felice di annunciarvi che dopo anni di influencer marketing e ambassadors Ad program sono diventata ufficialmente Consigliera di bellezza per la rinomata casa francese, nonché manager e capogruppo di un bellissimo team in crescita che lavora per e con Yves Rocher.

Questo significa non soltanto che sono a tutti gli effetti parte integrante di questo grande team aziendale, ma che posso effettivamente dare la possibilità anche ad altre persone di realizzare la propria indipendenza con un’attività capace di essere gestita da casa o da qualunque altra parte attraverso un pc e uno smartphone.

Perché Yves rocher permette davvero tutto questo.

Il mio compito, dunque, non è soltanto quello di consigliare tutte le persone interessate alla beauty farm di questo Nature of Brand, ma anche formarle, motivarle e guidarle nella loro crescita personale per diventare manager di bellezza e cosmetica, un ruolo e un compito da non sottovalutare.

Consiglio chiunque abbia la passione per la cosmetica e in generale la cura del proprio corpo di provare ad iniziare un percorso di influencer ad per i prodotti di quest’azienda per poi arrivare alla vendita diretta della stessa gamma, e perché no, pensare di ambire a cariche manageriali sempre più top e prestigiose che vi permettano di crearvi un lavoro importante.

La prima domanda che mi è stata posta dalla mia Team leader nonché responsabile di zona è stata

Cosa ti aspetti da questa opportunità?
Non ho dovuto pensare tanto per capire che questa opportunità voleva essere la mia opportunità e doveva esserlo.

VOGLIO che diventi il mio LAVORO!!! queste furono anche le mie parole, senza pensarci tanto, fu un istinto.

nel giro di pochissimo tempo, in meno di un mese sono passata da Cliente privilegiata a Consigliera di bellezza, per poi qualificarmi come Capogruppo. E ciò che è stato più bello è il fatto che non ho avuto tanta difficoltà, anche perchè la qualità dei prodotti ti apre le porte ovunque. Il mio impegno è stato solo quello di esprimere la già pluritestata passione verso il laboratoire, gli ingredienti naturali e i diversi prodotti della bellissima gamma di Yves rocher.

Sono diventata quella che sono oggi senza neppure accorgermene. tutte quelle paure, sono svanite nel momento in cui alla prima vendita, sono susseguite tutte le altre. Il passaparola si è esteso a macchia e ha ramificato radici ben salde. Io ci ho messo passione, amore e buona informazione.

Tre anni fa, iniziai ad affacciarmi a questo mondo, con tanta titubanza e tanti se… in tre anni sono stata bloccata a non iniziare questo lavoro, soltanto da una cosa: “me stessa”

ero io il maggiore ostacolo alla mia crescita personale. Era la mia forma mentis, le mie perplessità su un lavoro che non conoscevo davvero. Mi dicevo sempre “non riuscirò mai a trovare clienti, non troverò mai clienti interessati ai prodotti da catalogo!” i primi tempi sembravano impossibili perchè sentivo persone intorno dirmi “ho già un amica che mi passa i prodotti” ero demotivata. sembrava che io stessi elemosinando un favore, quando in realtà con il tempo mi sono resa conto che ero io quella che avrebbe dato loro delle opportunità! e così è stato.

E’ stato l’incontro con la mia responsabile di zona, a dare la svolta decisiva. La scelta di dire Si e a quel SI, sono succeduti tantissimi altri si.

Qualcuno mi ha chiesto perché proprio Yves rocher?

Ho risposto loro, perché da sempre amo e scendo in prima linea per tutelare la Natura e Yves Rocher è soprattutto questo: sostenibilità, tutela e rispetto per e verso la natura.

La scelta degli ingredienti naturali e il rispetto per l’ambiente, sono stati la marcia in più per farmi amare ancora di più quest’azienda e credere nel loro progetto.

La fondazione Yves Rocher permette a tutti coloro che diventano clienti privilegiati con un’adesione e un ordine di 35 euro, di contribuire alla piantagione di un albero. Anche io ho piantato il mio albero in Bretagna e Yves rocher gli ha dato il mio nome, e di questo sono grata all’azienda e fiera.

Allora che cosa ne pensi?

Se sei interessato alle opportunità di questo fantastico mondo e la mia esperienza ti ha trasmesso qualcosa, contattami e sarò lieta di aiutarti a raggiungere il top nella tua crescita professionale.

lascia un commento qui sotto o scrivimi al seguente indirizzo email: carolina.beautymanageryr@gmail.com

Forza e coraggio, la natura ti aspetta e la tua indipendenza è proprio qui, al passo di un clik.

L’amore

L’amore non è un gioco, non è un compromesso, non è neppure una bugia. l’amore non si elemosina e non ruba.

L’amore è la vera essenza delle cose, è il tutto dietro ad ogni particolare. È la forma perfetta ed equilibrata del divenire in un caos di forme indefinite.

L’amore è la luce, non ha età, non ha sesso, non ha condizioni, non detta regole e non programma niente.

L’amore investe come un fiume in piena, essa si presenta e si esprime sotto varie forme.

L’amore è la vita vissuta nella sua arte, questo sentimento puro, genuino, incondizionato è di per sè un opera d’arte.

L’amore non è solo due Linee tracciate che si fondono, ma è anche il proseguimento dell’altro. E’ abbraccio e carezza, cura e protezione, amicizia e sentimento.

Dire “ti amo” non è una vergogna, ne una categoria, ne una scelta. Dire “ti amo” è dire “mi fido di te, credo in te, sei mio fratello, mia sorella, sei mia madre, mio padre, mio figlio, sei mio amico e sei l’altra parte della mia anima che mi completa, sei il tutto indistinto.

L’amore non è solo quello che vive in una coppia, capace di scambiarsi voti e promesse, esso non è così geloso ed egoista, l’amore è una promessa eterna che unisce tutti in un legame che va oltre le apparenze.

L’amore è la vita stessa, la chiave di volta dell’esistenza… è l’universo con tutte le sue stelle e le loro mille diverse forme. AMORE è un sentimento universale, non etichettatelo, non limitatelo ad un unica appartenenza.

L’amore non è stereotipo, è diversità e universalità. Questo è il suo potere.

Da Post Instagram

La ricetta segreta di un sogno di Valentina Cebeni.

Eccoci qui amici e ben ritrovati!!!

Siete sempre più innamorati della lettura, vero? Bene, è con questo presupposto che sono davvero entusiasta di introdurre il mio primo consiglio di lettura, anche se in realtà non risulta essere il primo ( vedi Instagram).

I miei consigli di lettura nascono dalla passione che nutro verso la letteratura e la scrittura e dalla scelta di condividerli con tutti voi, proprio come il café letterario di Dafne Tales propone di fare.

Tuttavia, secondo il memorabile vademecum che trovate nel mio sito ufficiale Carolina Lee Os – Dafne Tales , ogni aspirante scrittrice (e non) ha una regola molto importante da seguire: leggere.

Perché si sa:

Il talento è indispensabile e non esiste scuola di scrittura che possa farlo nascere. Senza talento non c’è scrittore e serve comunque disciplinarlo, coltivarlo con la fatica e  con il lavoro.


Repubblica.it

Ed è per questo che nel diario di un aspirante scrittrice non possono mancare #lemieletture.

Da questa premessa, arriva la proposta di oggi. 😊

come si può intuire da titolo “la ricetta segreta di un sogno” di Valentina Cebeti è il nuovo cult che sta facendo parlare di sé tutta Europa.

La Publishers Weekly ha dichiarato:

Il romanzo ha catalizzato l’attenzione dell’editoria internazionale.

Il motivo pare stia proprio nell’originalità della trama che Garzanti riporta in presentazione del libro:

« Il primo profumo che Elettra ricorda è quello del pane appena sfornato e dei biscotti speziati. Nella panetteria in cui è cresciuta ha imparato da sua madre che il cibo è il modo più semplice per raggiungere il cuore delle persone. Ma adesso che lei non può più occuparsi del negozio e ha lasciato tutto nelle mani di Elettra, i suoi dolci non hanno più questo potere. E tutte quelle domande rimaste in sospeso tra loro non hanno una risposta. Domande su un passato che la donna non ha rivelato a nessuno, nemmeno a lei, sua figlia.
Elettra, persa e smarrita, sente di non avere altra scelta: deve fare luce su quei silenzi. Eppure in mano non ha altro che una medaglietta con inciso il nome di un’isola misteriosa, e una ricetta: quella dei pani all’anice che sua madre cucinava per sconfiggere la malinconia e tornare a sorridere. Proprio quei dolci le danno la forza per affrontare il viaggio verso l’isola del Titano, un pezzo di terra sperduto nel Mediterraneo la cui storia si perde in mille leggende. Se su un versante la vita scorre abitudinaria, sull’altro solo cortei di donne vestite di nero solcano stradine polverose che portano al mare. Un luogo in cui ogni angolo nasconde un segreto, una verità solo accennata. Un luogo in cui risuona l’eco di amori proibiti e amicizie perdute.
Ma Elettra non ha paura di cercare, di sapere. Deve scoprire come mai il vento dell’isola porta con sé gli stessi sapori della cucina di sua madre, la stessa magia dei suoi abbracci che la facevano sentire protetta quando era bambina. Deve scoprire il legame tra la donna più importante della sua vita e quel posto. Perché solo così potrà ritrovare sé stessa. Solo così Elettra potrà credere di nuovo che cucinare è un gesto d’amore e che davvero esiste una ricetta per non dimenticare mai di sognare. »

In uno stile sofisticato e ricercato, Valentina Cebeni ci presenta un romanzo capace di trasportarci in passati lontani e in un isola misteriosa, dove, attraverso il profumo della memoria della protagonista, fila una trama che tiene unita ogni sua riga fino alla conclusione; proprio come le fibre di una solida tessitura e una forza prorompente tutta al femminile: protagoniste lontane e vicine diventano il motore che aziona la narrazione inarrestabile.

Sin dall’incipit si entra in un atmosfera di empatia con il tutto. Si vedono paesaggi, si assaporano sapori e si vivono i colori. Ma soprattutto si respira Elettra, la quale ti resta dentro anche quando sei arrivata all’ultima pagina e stai quasi per lasciare il suo mondo.

Sei in empatia con Elettra, percepisci la sofferenza per il coma di sua madre Edda in cui riversa già da due anni: la donna con cui è sempre vissuta, pare non voglia più svegliarsi. Da qui inizia il viaggio di Elettra nel passato della madre. Un viaggio che la porterà a fare i conti con quel passato contorto e fitto di misteri, ma che designerà la svolta che Elettra stava aspettando da una vita.

Aiutami mio Dio, aiutami ad amarti come vorrei, come il mio abito m’impone. Aiutami a guardarti ancora con gli occhi innamorati di una sposa, e proteggimi, ti prego, dall’uomo venuto dal mare. Guardami dai suoi occhi, liberami dal pensiero delle sue labbra, difendimi dal suono delicato della sua voce, e salvami dal calore delle sue mani che hanno disegnato il volto tuo e dei tuoi santi. Salvami, mio Dio, da questo cuore che non mi dà respiro”.

La foto planò sul pavimento.

Un legame proibito, dunque, aveva infiammato le mura del convento; il germoglio di un amore sfortunato sbocciato nel chiostro o la scia avvelenata del tradimento di una donna.

questo è un estratto scelto dalla Cebeni, che lo ritiene particolarmente significativo: uno degli indizi provenienti direttamente dal passato che Elettra incontrerà lungo il cammino, uno scorcio della vita passata di sua madre che lei tenterà faticosamente di ricomporre, nonostante le venga intimato di interrompere le ricerche.

Non voglio svelarvi molto, al contrario desidero che leggiate, che viviate le emozioni che questo libro suscita e che lo facciate senza condizionamenti. Al momento preferisco limitarmi ad incuriosirvi e so che ben presto anche per voi la Cebeni sarà una scoperta, così come lo è stato per me.

Qui sotto vi lascio il link alla lettura dell’estratto. Ho acquistato il libro perché rapita dal suo incipit. Un ricordo carico di emozioni che vi porterà a leggere questo libro fino all’ultima pagina.

Aspetto commenti …

Estratto de “La ricetta segreta per un sogno”

Cosa è reale e cosa non lo è?

Se credi che ciò che senti sia una bugia, allora la tua stessa esistenza è una grande bugia. Ti chiedi cosa sia veramente reale e cosa non lo sia, ora rispondi? Come sai che respiri? Senti semplicemente l’aria che entra nei tuoi polmoni … così puoi confermare che stai provando sulla tua pelle quell’esperienza che ti dà la percezione delle cose reali, giusto?

Altro esempio: Senti gli uccelli cantare tra gli alberi, eppure non puoi vederli, cosa ti dà la percezione della loro esistenza? Il fatto che tu sai che il suono del loro canto è reale e non è immaginato; eppure, nonostante questo, continui a non vedere gli uccelli volare, ma riesci solo ad ascoltare il loro canto.

La stessa cosa funziona per i legami, cosa ti fa sentire che esiste un legame? la percezione di ciò che hai sentito o vissuto dalle tue esperienze con le persone con cui le hai condivise.

E in questo caso cosa ti fa credere che sia forte e che possa resistere davvero? Il collante che mantiene alta la speranza: la fiducia. Sarà in questo modo che vedrai arrivare gli uccelli dal cielo.

A volte non è sufficiente credere in qualcosa, è necessario sentire, e se non sei capace di sentire, non potrai aspettarti nulla, non potrai credere e non sarai neppure in grado di riconoscere le promesse , quindi non puoi dire che tutto ciò che hai sentito e percepito in realtà è una bugia, negheresti il fatto che respiri, il fatto che gli uccelli stanno cantando davvero, ma soprattutto rinnegheresti la tua stessa esistenza.

Se non vivi e non provi, non avrai mai il metro giusto per misurare le cose e non potrai mai conoscere la verità che stai cercando.